Una delle soddisfazioni più grandi qui in Cina è riuscire ad avere una conversazione basilare per strada con una persona del posto..in cinese ovviamente! Riuscire ad ordinare un caffè al bar, prendere un taxi, comprare una maglietta al mercato, piccole situazioni attraverso le quali misurare i propri progressi nella conoscenza della lingua e della cultura cinese.
La prima cosa che serve è il coraggio di buttarsi!
Una delle cose più difficili della lingua cinese sono gli accenti. La loro lingua, infatti, si compone di poche sillabe, ma in base al tono con il quale si pronunciano, quelle stesse sillabe possono assumere significati diversi, spesso totalmente opposti. Potete immaginare le figuracce che mi sono fatta….
Ad ogni modo, prima di indovinare l’accento giusto per il significato che cerchiamo, bisognerà arrendersi a vari tentativi, senza lasciarsi scoraggiare dalla faccia stranita del nostro interlocutore cinese.
Al quinto o sesto tentativo, dopo aver provato varie combinazioni di toni e sillabe, normalmente l’altra parte riesce almeno a cogliere l’oggetto del discorso. Prima grande soddisfazione.
La cosa veramente bella di quando ci si lancia in una di queste conversazioni, però, è capire che la comunicazione non è fatta solo di parole.
E’ quando si iniziano a capire i gesti, gli sguardi e le espressioni dell’interlocutore che il dialogo è davvero iniziato. Ed è così che piano piano si trova la chiave per decifrare una cultura totalmente diversa dalla nostra.
Il mio percorso a Pechino con CCRC Asia prevede un mese di lezioni di cinese e un mese di stage presso uno studio legale.
Questo primo mese di studio intensivo della lingua lo consiglio davvero a tutti. Non si tratta solo di aggiungere qualche parola al proprio vocabolario di cinese, ma di imparare a scoprire tutto quello che c’è dietro ad una parola, conoscere meglio le abitudini dei nostri ospiti, le loro usanze e tutta una serie di informazioni che possono solamente arricchire il nostro bagaglio, non solo personale, ma anche professionale. Un aspetto da non sottovalutare per tutti quelli che vorranno incontrare la Cina nella propria vita lavorativa.
In questa prima fase della mia esperienza, ogni mattina vado alla Mandarin House, dalle 9 alle 12:30, imparo qualche nuova parola o espressione cinese e il pomeriggio mi dedico ad esplorare la città e a praticare le nozioni apprese in classe nella vita reale. E questo è il mio momento preferito, quello più istruttivo forse, perché per strada, da sola, sono costretta ad aprirmi con gli altri e a farmi capire, cercando di usare tutte le abilità e i trucchi possibili.
E ancora più bello è tornare a casa la sera e cenare con gli altri ragazzi, tutti insieme, lanciarsi con loro in esperimenti culinari o semplicemente scambiare quattro chiacchiere davanti a una birra cinese, proprio come amici che si conoscono da una vita.
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