Friday, July 17, 2015

Una giornata al parco

Dopo tanto parlare della mia esperienza prima come studente e poi come stagista, è il momento di riservare un po’ di spazio alla cultura cinese. Servirebbe un libro di minimo cinquemila pagine, una per ogni anno, tanta è la sua varietà e grandezza. Di libri su tale argomento, però, ce ne sono tanti; perciò la protagonista di queste righe sarà quella popolare, quella in cui ti imbatti per le strade e i parchi di Pechino. Musica, danza, acrobazie, arti marziali, giochi a tavolino, per scoprirli basta trascorrere una giornata in uno dei tanti parchi della capitale.

Verso l’ora del crepuscolo il parco del Tempio della Terra si riempie di suoni artificiali che si uniscono al cinguettio degli uccelli e al fruscio degli alberi. Il parco, costruito per venerare il dio della terra, si trasforma in un luogo di ristoro per l’anima. Per la danza e la musica cinese, infatti, la tecnica è importante, ma ciò che conta maggiormente è farlo con l’animo. Perché è attraverso l’anima che si ottiene il risultato sperato, ma al contempo è nei movimenti del ballo e nel suono dello strumento che l’anima trova il suo benessere.

Gruppi di persone si riuniscono in un cerchio e iniziano a danzare un ballo dai movimenti delle gambe e delle braccia molto fluidi, muovendosi nel perimetro del cerchio. È una delle danze folkloristiche cinesi, ognuna delle 56 etnie cinesi, infatti, ha un proprio ballo, al quale si aggiungono le danze celebrative come quella del drago. La musica ha un ritmo lento e trascinante, che unita al movimento fluido del corpo sembra trasportare l’anima verso la pace assoluta.

Tra i vari strumenti musicali vi è l’erhu, comunemente noto come violino cinese. Il nome lo descrive perfettamente; si tratta, infatti, di uno strumento a due corde che riproduce il suono attraverso un archetto. In base alla pressione esercitata dalle dita sulle corde e sull’archetto, l’erhu riesce a riprodurre molti suoni diversi, in particolare quello delle onde di un lago, infatti hu in cinese significa lago.

Tra la musica della danza e il suono dell’erhu si levano voci di anziani che si sfidano a colpi di scacchi cinese. Il suo nome è xiangqi e sembra che si giochi nelle strade fin dal IV secolo a.C.; è un gioco simile agli scacchi, ma i pezzi somigliano più a quelli della dama. I giocatori sono due, ma ognuno di loro è supportato dal tifo di amici o di semplici passanti come se si stessero scontrando due lottatori di kung fu.

Molti dicono che il teatro è il tempio dell’arte, ma l’arte si trova anche nelle strade; l’arte popolare, a volte, è molto più affascinante perché si ha un contatto più diretto.  E se pensavi di trascorrere una giornata rilassante al parco, ritorni a casa avendo quasi imparato a suonare l’erhu: uno dei tanti regali di questa esperienza pechinese.

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